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venerdì 2 novembre 2007

LIBERA NOS DOMINE




Giovanna Reggiani è una donna come tante, come una delle nostre donne, come una di noi. Convinta di potersi muovere in sicurezza per poter fare semplicemente ritorno a casa, la sua casa, della sua città, nella sua nazione. Non è sufficiente questo, evidentemente, nel nostro bel paese, a garantirci il semplice ritorno a casa. Figuriamoci il resto. Uno straniero, un cittadino rumeno (qualche mese fa sarebbe stato un extracomunitario) pazzo o chi sa, l’ha aggredita senza alcuna assurda giustificazione come potrebbe essere una rapina e, dopo averla seviziata nella sua tana, ridotta in fin di vita, l’ha gettata in un fosso senza un briciolo di rimorso. E’ stato subito dopo arrestato grazie alla denuncia di una sua connazionale. Al momento del suo arresto da parte della polizia, il mostro aveva ancora il volto e le mani sporche del sangue di Giovanna. Fatti del genere fanno ovviamente insorgere spinte xenofobe. Ma il fenomeno che si sta delineando nel paese puo’ tranquillamente essere incluso in quelle che sono le priorità di cui questo paese ha bisogno. Nella puntata di PORTA A PORTA di martedì 29.11.2007, tra gli ospiti, la Dr.ssa MAUTONE, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Roma. Il magistrato si è sempre distinto per serenità di opinione ed obiettività con la professione difficile che svolge, specie se vista nell’ottica della criminalità minorile. Nel momento in cui Bruno Vespa cominciava a fare dei conti sul numero dei rumeni dediti ad attività delinquenziali, la dr.ssa MAUTONE interveniva riferendo dei dati derivanti dalla sua attività, da una statistica del suo ufficio e riferita ad uno dei suoi recenti “turni arrestati”. Giova una precisione. Periodicamente i magistrati, sono chiamati a coprire un turno di reperibilità distinto tra il turno arrestati ed il turno “normale”. In quello arrestato, essi prendono notizia da parte della Polizia Giudiziaria (Polizia, Carabinieri, GdF, ecc..) di avvenuti arresti a secondo delle varie tipologie di reati commessi dai soggetti arrestati e, sulla base dell’attività svolta dagli organi di Polizia, concorda l’arresto per la successiva convalida o ne dispone, in alternativa, il deferimento a piede libero. Ebbene, tornando al turno arrestati della dr.ssa MAUTONE che copre l’arco di 9 giorni, il suo ufficio totalizzava 66 minori arrestati di cui ben 64 rumeni, 2 albanesi e solo 2, italiani. Il dato è oggettivo e libero da ogni considerazione o inquadrato in strumentali contesti. Ed è senz’altro un dato oggettivamente spaventoso se si pensi che esso è rivolto a soggetti minori. Altro dato allarmante è quello che usciva fuori da un’analisi effettuata sulla tipologia di reati che allarmano la tranquillità nazionale: rapine, violenze carnali, sembrano essere un’altra prerogativa di questi rumeni che forse male hanno sposato l’idea di comunità europea intendo questa, il giusto passaporto per poter scorazzare dalla Romania all’Italia seminando il terrore e il disordine sociale. Tutto questo avveniva all’indomani della discussione del pacchetto sicurezza che, dopo aver dato l’ennesimo contentino al CARUSO di turno con la reintroduzione del reato di falso in bilancio, intende risolvere il problema dell’ordine e della sicurezza solo con un inasprimento delle pene senza fornire alle forze di polizia, i giusti mezzi e risorse tali da consentire un elevato lavoro di prevenzione del reato. Aumentando il controllo del territorio e la motivazione del personale operante che troppe volte vede vanificato il proprio lavoro di investigazione attraverso facili scarcerazioni o indulti pre o post elettorali. Se le carceri scoppiano che si avvii una edilizia carceraria tale da poter recuperare, allorquando una determinata struttura carceraria per insufficienza di “ospiti” non trovi più motivo di esistere, essere recuperata per soddisfare molteplici esigenze di carattere destinandole a scuole, centri sociali, case di riposo o essere anche vendute.
Altra cosa potrebbe essere utile, sempre in tema di cittadini stranieri che si trasferiscono in Italia, sarebbe quello di far sottoscrivere ad ogni paese comunitario un patto in cui, si fa divieto assoluto all’espatrio di quei soggetti che per condotta morale e civile, non riuniscono i requisiti di sicurezza; soggetti tendenzialmente malavitosi per professione o per tendenza devono essere gestiti da parte dei paesi che hanno dato loro la nazionalità perché di essi è il problema e quindi la risoluzione. Oggi invece, paesi come Romania ed Albania, sembrano prendere un “terno al lotto” quando queste latrine dalle fattezze umane, si allontanino dai paesi di origine per andare ad inquinare con la loro fetida presenza, quei paesi che come il nostro, hanno di già grossi problemi con la criminalità locale. Ci vuole così tanto a porre questi minimi limiti? Bah! E allora “Libera ,Nos Domine” come dice Guccini nella sua omonima canzone che a distanza di quasi 30 anni o più, sembra così attuale ed azzeccata alla problematica.
(P.S. nel frattempo, Giovanna per le ferite subite dal rumeno, è morta!)