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martedì 23 ottobre 2007

SI, BONA SERA!!!


Domenica 21 ottobre 2007, Napoli ha vissuto una giornata particolare, segnata da un clima meteorologico particolarmente ed inaspettatamente invernale, e da un clima di emozione condito da una punta di orgoglio popolare. Il Papa, il Santo Padre, il Vescovo della Chiesa Romana-Apostolica, in visita a Napoli in un momento difficile per la città che si dimena affannosamente tra i problemi del quotidiano e dell’emergenza criminalità. Ancora fa eco lo sdegno che la società civile ha provato per l’assassinio del tabaccaio di S. Antimo; ancora non si è placata la rabbia dei suoi familiari anche se pronta è stata la risposta delle Forze dell’Ordine che sembra abbiano raccolto elementi importanti nelle loro indagini tali da indurli ad eseguire il fermo di una persona, convalidato dall’A.G., sulla quale pare vi siano gravi indizi di reità nell’episodio di sangue. Ma i morti, che dovrebbero essere trattati tutti allo stesso modo, subiscono sempre una classifica che li distingue tra MORTI DI SERIA “A” e MORTI DI SERIE “B”. Preciso: se il tabaccaio fosse stato di Urbino, forse, con il fermo di uno dei probabili esecutori o organizzatori della tentata rapina ai suoi danni, si sarebbe assistiti all’ennesimo show mediatico, forse al nuovo tormentone prenatalizio perché sembra, che nei posti dove regna la tranquillità e la pace sociale, non è ammissibile che si possa rubare, rapinare ed uccidere. Ed allora si sarebbe sentito il bisogno di capire, di analizzare, di scavare nelle contraddizioni o nelle insoddisfazioni di una realtà sociale dove il benessere a volte, genera il crimine. Non sarebbe stato tollerato che ad Urbino (ma la citazione è solo casuale), un morto ammazzato non avrebbe avuto il suo assassino scoperto ed arrestato.
Ma a Napoli, al sud, queste cose ormai non fanno più storia, anzi sono storie di ordinaria cronaca nera. A Napoli si sa, c’è la camorra e la camorra, si sa, è più forte dello stato ed i napoletani sono più omertosi dei corleonesi visto che ci convivono con la camorra da secoli. E poi, i napoletani piangono, piangono e si compiangono e si compiacciono quando vedono qualche telecamera che riprende il Festivalbar a Piazza del Plebiscito oppure il megaconcerto di fine anno presentato dal Pippo Baudo di turno. Forse sto facendo demagogia, forse si. Ma oltre ad un atteggiamento di cronica sottomissione che sfocia in una involontaria connivenza con il sistema camorristico personalmente, respiro un’aria piena di stanchezza e di sfiducia, il più delle volte, non manifesta. Si ha la consapevolezza della camorra ma al contempo, c’è anche la consapevolezza che forse questo sistema esista perché esso stesso rappresenta un meccanismo perverso indispensabile per la coesistenza di una politica di basso profilo ma di alto interesse. Si scopre l’acqua calda, ma è così. Così come è difficile non cadere nella demagogia o nelle false illusioni che improvvise spinte di coscienza improvvisamente, si presentano ai nostri occhi. E allora, dove non arrivano gli uomini, deve arrivarci QualcUno. Dio! Povero Dio! Me lo immagino, leccarsi le ferite e fare il “mea culpa” per tutte quelle vite che ha generato e che a loro volta si permettono di spegnerne altre, sostenute dai peggiori dei peccati originali: l’interesse ed il potere. Dio nemmeno poteva immaginare che essi potessero essere così infami da arrogarsi quelle prerogative che erano solo sue: l’interesse (a ciò che aveva creato), il potere (quello di fare).
Ma Dio è lassù e se scende “quaggiù”, le cose si metterebbero male per tutti, buoni e cattivi! Ed allora ha pensato bene di mandare a Napoli il Papa, colui che sulla Terra lo rappresenta e che per il suo tramite, si esprime. A volte mi trovo già in difficoltà a pensare che esista Dio, figuriamoci se dovessi credere che Dio parli per bocca del Papa, almeno di questo Papa. Dopo il rito religioso ed il doveroso commento, ecco allora che il Papa, illuminato dal Triangolo D’Oro alle sue spalle, ha trovato la soluzione per tutti i mali di Napoli e quindi del meridione: “PER SCONFIGGERE LA CAMORRA, C’E’ BISOGNO DI LAVORO!” Ed allora la foto del Papa (DEL PAPA) che ho allegato al post, sembra ritrarre l’espressione che il grande Karol avrebbe avuto sentendo un’idiozia del genere nel contesto in cui ci troviamo. E Totò, con ossequiso rispetto, non avrebbe risparmiato un sonoro:….MA MI FACCIA IL PIACERE!!!

lunedì 22 ottobre 2007

CHE FORZA, RAGAZZI!!!



Prendo spunto da un intelligente commento apparso sul simpaticissimo e provocatorio blocco sdg. In pratica quello che mi ha colpito, il fatto di come è stato ridicolizzato il vivere di luoghi comuni di una fetta della generazione attuale. Questa riscopre vecchi slogan che all'epoca avevano un senso ma che oggi, in verità, si fa fatica anche a leggerli non tanto per la forza del messaggio ma dall'assenza di contenuti che oggi, a distanza di un quarto di secolo, trasmettono. Riporto quindi, profittando della generosità e della simpatia di sdg quanto in esso scritto in occasione dell'ultimo sciopero nazionale degli studenti e della manifestazione da essi tenuta a Napoli quel giorno: "Da un lancio di agenzia di ADN apprendiamo che, nel corso del corteo studentesco che si è svolto stamattina a Napoli, un gruppetto di sei studenti si è staccato e con le bombolette spray ha fatto delle scritte contro il Papa e il Vaticano. I sei, dell'area anarchica, sono studenti di varie scuole napoletane e tutti i minori di 18 anni. Si tratta di 4 ragazzi e 2 ragazze.
Le scritte recitano:
• "Occupiamo il Vaticano"
• "Impicchiamo il Papa" •
"Cloro al Clero"
• "Meno chiese piu' case"
Cari anarchici napoletani, cari ragazzi, vi vedo convinti e pieni di forza costruttiva. Siete la nuova generazione che può cambiare Napoli. Al fine di dimostrare ai cittadini che non guardate in faccia a nessuno e di dimostrare davanti a tutta Italia il vostro coraggio, vi proponiamo di fare queste scritte con lo spray nei seguenti quertieri:
• Forcella, in via Giudecca Vecchia: "Occupiamo la casa di Luigi Giuliano"
Secondigliano, in via Cupa dell'Arco: "Impicchiamo Paolo Di Lauro"
• San Giovanniello, alle spalle del Palazzo Fuga: "Facciamo i conti con i Contini"
• via Taverna del Ferro a San Giovanni A Teduccio: "Meno droga, abbasso i Mazzarella"
Sicuri di una vostra risposta, potete, fin da ora, contare sul nostro appoggio morale. Ci aspettiamo le scritte entro il fine settimana, non deludeteci. Vi ricorderemo con rispetto ed ammirazione. La redazione
.....non mi sembra ci sia stato un seguito a tale invito. Anzi da allora, non si è venduta nemmeno una bomboletta di vernice spray a Napoli.
Che forza, ragazzi!!!

domenica 14 ottobre 2007


Democrazia….ma per favore…!!!

Ormai il ricordo di una terra abitata da gente mite, sincera, socievole, solidale, è lontano, troppo lontano. Ai nostri padri ai quali si chiedeva quale fosse il significato di queste parole, essi ci rispondevano con degli esempi. Bastava guardarsi attorno o prestare attenzione alle parole, che quei termini venivano subito intuiti ed interiorizzati. Sono bastati pochi decenni per trasformare tutto. Si, trasformare! La retorica e la demagogia spesso, ci fanno guardare al passato come qualcosa di trascorso e pertanto finito. I tempi cambiano, cambiano gli uomini ed i loro atteggiamenti, si affinano i gusti, aumentano i bisogni e con essi, al contrario, si dimezza il tempo che si vuole spendere per soddisfarli. Dopo gli anni 70, dopo quel confuso ma tuttavia grande movimento culturale che tenne unita, su diversi fronti, un’intera generazione, la mancanza di valori e di punti concreti di riferimento, generò il cosiddetto “riflusso” che sversò la generazione successiva, verso mode ed atteggiamenti che hanno avuto, con quelli di adesso, la loro massima espressione. Questi cambiamenti investirono l’intera nazione ed anche il sud fu teatro di questa strana messinscena. Tutto cominciava sempre di più a ruotare intorno ad una spasmodica ricerca di benessere o presunto tale. Forma e sostanza non si incontravano ormai più e chi non rincorreva le mode ed il guadagno sostanzioso da raggiungere con minimi sforzi e sacrifici, era retrò o, peggio ancora, “out”, un poveraccio insomma. Il mercato dell’illecito probabilmente profittò anche di questa situazione di insoddisfazione e di ingordigia. Perché c’è da dire che non sempre uscire fuori dall’orbita della legalità, derivi da una sostanziale condizione di bisogno o di necessità. Se così fosse, tutti saremmo potenzialmente dei criminali, disposti all’occorrenza, a rubare, spacciare, corrompere, uccidere a secondo dei nostri bisogni o delle ambizioni ad essi legati. La criminalità ha sì, sempre trovato facile manovalanza negli ambienti bisognosi ma questi si rivolgono ad essa per mera cupidigia di soldi e di potere. Io credo che colui che cerca il potere abbia una personalità fondamentalmente afflitta da un grande complesso di inferiorità, da narcisismo della peggiore specie e da una mania di protagonismo legata forse a qualcosa anche di patologico. Il benessere ed il potere, quello ufficiale ed accettato dalla società legale, è la materializzazione di uno stato di libertà senza uguali, soprattutto per chi detiene benessere e potere. La nuova scena politica degli ultimi anni dove i grandi imprenditori controllano e gestiscono con il loro benessere, milioni di voti ricavando da questi, tanto potere, dimostra quanto sia reale e concreta questa affermazione.
Essi per esistere ed insistere nella loro scelta antagonista alla civiltà, si avvalgono della collaborazione, opera e connivenza di disperati di ogni specie. Poveracci svuotati dai più semplici contenuti che seguono un miraggio di rispetto che trova realizzazione solo grazie alla forza intimidatrice e all’assoggettamento dei deboli che non hanno, nello Stato ufficiale, un giusto, equo ed integerrimo riferimento. Si ruba, si ammazza e si distrugge con una facilità credo, senza precedenti. L’intimità della proprietà privata, viene violata senza alcun problema, gli spazi vivibili sono “a ore”. Gli esempi, per i più giovani, sono tra i peggiori e si fa fatica a sostenere e talvolta dimostrare, che i valori dettati dal senso civico, sono quelli giusti ed unici. Le città, ma soprattutto la nostra e, peggio ancora di più, la periferia e la sua provincia, è alla mercè di vandali spietati inseriti in un sistema regolato dalle leggi “parlate e tramandate”, in netto contrasto con quelle scritte e veramente da rispettare. Dall’altro, uno Stato, quello Ufficiale, che fa fatica ad essere ancora credibile. Rappresentato da inetti soggetti confusi e spesso collusi, che fanno fatica a sostenere anche il contradditorio dialettico della tv pazzatura, ma sono bravi, bravissimi, ad esibirsi su barche, in discoteche o in compagnia della mignottella di turno che, a differenza loro, evidentemente sa fare molto bene il suo mestiere.
E’ questa purtroppo, la società che viviamo e i margini di miglioramento non ci sono e non si vedono. Nessuno ha il coraggio di affrontare le emergenze per quelle che sono effettivamente… EMERGENZE! La scusa è quella è che si potrebbe mettere in pericolo la democrazia. Ma perché in Italia, o meglio ancora, nel sud italia, si puo’ parlare ancora di democrazia?...ma per favore….!!!
Ah, dimenticavo… oggi sta per nascere un nuovo partito, un nuovo partito fatto di tanti partiti, erede degno di tutti i partiti che hanno governato per 40 anni l’Italia, prima della 2^ Repubblica. Vecchi bacucchi tornano alla ribalta archiviando spudoratamente il loro grezzo passato politico e morale e, con i nuovi manzi politici d’assalto, si contendono, con questa scimmiottata dalle vaghe origini americane, il nuovo padrone di turno e, per diventarlo, ammiccano a destra e a manca con un occhio attento anche al “grillo parlante”. Un comico che ha capito bene che per far ridere in Italia non ci vuole tanta fantasia. Basta ispirarsi alle cose su cui c’è soltanto da piangere!

sabato 13 ottobre 2007

"Angeli senza ali"



Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine Appunti di una vita dal valore inestimabile Insostituibili perché hanno denunciato il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra di faide e di famiglie sparse come tante biglie su un isola di sangue che fra tante meraviglie fra limoni e fra conchiglie... massacra figli e figlie di una generazione costretta a non guardare a parlare a bassa voce a spegnere la luce a commententare in pace ogni pallottola nell'aria ogni cadavere in un fosso Ci sono stati uomini che passo dopo passo hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno con dedizione contro un'istituzione organizzata cosa nostra... cosa vostra... cos'è vostro? è nostra... la libertà di dire che gli occhi sono fatti per guardare La bocca per parlare le orecchie ascoltano... Non solo musica non solo musica La testa si gira e aggiusta la mira ragiona A volte condanna a volte perdona Semplicemente Pensa prima di sparare Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare Pensa che puoi decidere tu Resta un attimo soltanto un attimo di più Con la testa fra le mani Ci sono stati uomini che sono morti giovani Ma consapevoli che le loro idee Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole Intatte e reali come piccoli miracoli Idee di uguaglianza idee di educazione Contro ogni uomo che eserciti oppressione Contro ogni suo simile contro chi è più debole Contro chi sotterra la coscienza nel cemento Pensa prima di sparare Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare Pensa che puoi decidere tu Resta un attimo soltanto un attimo di più Con la testa fra le mani Ci sono stati uomini che hanno continuato Nonostante intorno fosse [tutto bruciato Perché in fondo questa vita non ha significato Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato Gli uomini passano e passa una canzone Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione Che la giustizia no... non è solo un'illusione Pensa prima di sparare Pensa prima dì dire e di giudicare prova a pensare Pensa che puoi decidere tu Resta un attimo soltanto un attimo di più Con la testa fra le mani Pensa

martedì 9 ottobre 2007

Nasce "ALMENO PARLIAMONE"


10 Ottobre 2007, ore 18.00

Il blog, nasce da un desiderio di ampliare le normali forme di comunicazione a me disponibili e soprattutto, dal piacere che deriva dal poter interagire con tante realtà, diverse o simili alle mie. Ho sempre avuto una certa remore reverenziale verso l'informatica e soprattutto, del web. Quindi mi accosto con prudenza e con la consapevolezza che un uso superficiale di questi strumenti, potrebbe cagionare effetti, per così dire, indesiderati. Credo comunque, al di là di ogni presentazione o prefazione che sia, che dal nome, si capisca in fondo, qual'è la priorità, l'essenza. La dialettica posta come arma indispensabile di espressione, di esistenza, al di là dei contenuti stessi e delle etichette varie ed eventuali. Il pensiero scorre e corre veolocissimo e la sfida maggiore, è quella di seguirlo e, in ultimo di catturarlo. Potrebbe essere una vera e propria presunzione ma chi, almeno qualche volta nella vita, non ci ha provato?

Ecco allora, la necessità di parlare, non monologhi o servizi di messaggistica inutile! Tentare di lasciare dele sane riflessioni che stiano lì, a farsi leggere, rileggere e rileggere ancora. Fino a quando qualcuno, interessato, disturbato o contrariato, nel rispetto del senso civico comune, replichi..oppure proponga.
Ho preso in prestito con tanta discrezione, una foto che mi piace per una serie di motivi. Intanto la passione tutt'altro che razionale per quello sport che rappresenta e poi i valori che a mio parere riesce ad esprimere degnamente: passione, amicizia e saggezza.