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domenica 21 giugno 2015

...quando la saccenza prende il sopravvento sull'intelligenza.

ASCANIO CELESTINI SCRIVE:
"Parlano del fascino della divisa, io invece provo terrore. Io credo che le divise le hanno inventate per questo. Sennò per quale motivo una persona normale dovrebbe girare con le stelle sulla camicia, le strisce sui calzoni e le piume in testa? Uno che gira così dovrebbe far ridere tutti. E invece non ride nessuno per il cappello fiammeggiante e gli stivaloni fino al ginocchio. Come non rideva nessuno per il pazzo pelato che voleva spezzare le reni alla Grecia e muoveva la scucchia come un buffone affacciato al balcone di piazza Venezia. Non rideva nessuno per il suo camerata tedesco, pure se somigliava a Charlot. E lo sai perché? Perché non è il pianto il contrario del riso, è il terrore".---------------------------------------------------------------------------------------------
almenoparliamone, risponde
Personalmente credo che nessun lavoratore voglia destare ilarità se non la considerazione, da parte della società civile, che il suo lavoro contribuisce alla ricchezza della propria nazione, al suo progresso scientifico, culturale, al mantenimento dell’ordine e della democrazia. Ce ne sono tanti di lavoratori i cui abiti da lavoro (e non costumi) sembrano ridicoli, li rendono goffi. Penso al palombaro, all’apicultore..ad alcune modelle e modelli d’alta moda. Se poi invece chi vede quelli con le stellette, con le bande rosse ai calzoni, il pennacchio in testa, prova terrore, allora è un suo problema personale, della sua coscienza. La divisa, in ogni tempo, ha fatto la differenza nella sola misura in cui era ed è, il simbolo di uno stato, di un qualcosa di grande, forte e protettivo, pronto ad intervenire verso chi ne aveva bisogno. Nel tempo si è deriso volontariamente sui carabinieri. Le barzellette piu’ divertenti, bisogna darne atto, sono ispirate a loro i quali ben sanno, che su di loro – nella realtà – c’è ben poco da ridere. Cosi’ come accostare la loro fedeltà alla stato italiano, in ogni tempo, “Nei secoli Fedele”, non puo’ e non deve essere intesa come una forma di mediocre sottomissione al salario garantito ed ai privilegi eventuali ed irreali, che una divisa possa garantire. I carabinieri – per chi se ne fosse dimenticato, o peggio ancora, fa finta di non saperlo – hanno sempre dimostrato il segno dell’appartenenza nei tempi e nel tempo, schierandosi sempre con i deboli ed assicurando sempre, la libertà. Carabinieri Reali, ma Carabinieri partigiani (nel senso piu’ nobile del termine – troppi si sono definiti partigiani solo perché all’epoca portavano il fazzoletto rosso al collo quando appena un quarto d’ora prima, indossavano la camicia nera), come quelli che oggi lottano quotidianamente la criminalità organizzata, liberi da strumentalizzazioni o dipendenze ideologiche perche proprio essi, sono uomini liberi. Ogni ideologia indica la pace sociale, talune l’uguaglianza fra i popoli, ma quelli che conosco e leggo io quotidianamente, ne parlano in giacca e cravatta ( loro si che fanno ridere..BUFFONI), dietro a qualche bella scrivania di una banca, talvolta dietro una cattedra di fronte ad una platea di adolescenti rincoglioniti dal GRANDE FRATELLO, dalla cultura dell’apparire, che crescono in aule aeriforme di fronte alla saccenza di taluni prof convinti di essere i depositari della verità e della libertà. Fanno ridere quegli editorialisti, giornalisti ed oggi blogger d’avanguardia, che ancora oggi parlano di lotta di classe in una società, quella nostra, che grazie a loro e solo a loro, è diventata il regno delle corporazioni.
Se la mia divisa, quella con le stellette, con la banda rossa ai pantaloni, con il pennacchio in testa, fa terrore a qualcuno, vuol dire che io ed i miei colleghi, la sappiamo far rispettare, perché è la gente che ha voluto e vuole che esista ancora, a prescindere dai “730” di chi, nel fare la morale, predica l’uguaglianza sociale…..vorrei vederli proprio.

almenoparliamone.