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mercoledì 9 luglio 2014

NON MI SENTO PER NIENTE ORGOGLIOSO DI ESSERE NAPOLETANO!




Basta! Sono stanco di questa città, di quello che toglie ogni giorno, di tutto quello che ci ha privato e priva ogni giorno ai nostri figli. Napoli, In due settimane, hai divorato la vita ed il futuro di tre tuoi figli, apparendo per quella che sei in realtà, una matrigna.. Basta Napoli, mi hai scocciato. Sono stufo di difenderti per tutto il male che fai da secoli a chi ha avuto la sfortuna di nascere qui. Sono stanco di giustificarti, di mostrarti e raccontarti per quella che non sei, un mondo di cartolina e di gente simpatica, di aria profumata e di sole gaudioso. La verità è che puzzi di fogna, sei polverosa, sporca, trasandata, stracciata, perennemente in vendita a basso prezzo al pari di una vecchia prostituta. Non hai mai dato niente..anzi, hai sempre tolto, hai sempre strappato ed hai dato sempre la colpa agli altri dei tuoi mali, dei tuoi graffi e di quelle che oggi sono le tue putride ferite che oscenamente continui a leccarti raccontandoti e raccontando in giro che nessuno ti cura, nessuno ti guarisce. Tu hai avvelenato la tua terra. Tu hai avvelenato i tuoi fiumi, rovinato le tue coste, violentato il territorio…tu ammazzi e fai ammazzare…tu, tu e tu.  E noi, quelli per bene…che colpa abbiamo?..che colpa?...perchè sorridevamo quasi compiaciuti quando qualche illuso turista subiva “il paccotto”; perché sorridevamo quasi commossi alle bancarelle di sigarette di contrabbando, di cd, borse, scarpe, maglie e quant’altro “appezzottato”?  Perché sorridevamo quando tutti sapevamo che ad appena 100-150 km piu’ a nord e forse anche piu’ a sud, il paccotto non si chiamava così, ma si chiamava “truffa”, che le sigarette di contrabbando le controllava la criminalità organizzata nazionale ed internazionale facendo viaggiare nelle casse anche le armi per la camorra e per la S.C.U. pugliese?...perchè compravamo e regalavamo cd, borse, scarpe, maglie e quant’altro “appezzottato” sapendo che le controllava la camorra e che accettavamo che milioni di euro sfuggissero alle tasse impoverendo il mercato legale? Perché non pagavamo il biglietto sull’autobus e a Milano o a Roma invece si? Perché ci siamo risi e derisi addosso per tutto questo tempo? Perché abbiamo accettato che il nostro dialetto venisse giorno per giorno mortificato e sporcato da un’incidenza nasale disgustosa piena di “frà, frat a mmè, è muri’ tu…? E l’arte? La musica? Le canzoni? Una neomelodia che fa mettere vergogna chiunque abbia un po’ di senso del ritornello con testi che esaltano il degrado, l’ignoranza, la galera, la camorra, indicando nella miseria la causa di tutto? Ma quale miseria? Hai sempre pianto che eri misera, povera, cullandoti nella certezza dell’assistenza, degli aiuti. Ma quella che ti arrivava non erano aiuti o assistenza: era carità perché sei stata sempre pezzente. Il lavoro?..non c’è…la disoccupazione….perchè?..gli altri lo avevano? Gli altri hanno cercato e trovato spunti, idee, creatività..tu no…sempre calma, paciona, pigra….”domani è un altro giorno”. E i giorni sono passati trascorrendo uno ad uno in maniera ciclica come la goccia di un rubinetto che perde! La tua dignità mediocre ed inutile, la esterni solo su uno stadio. Vaffanculo tu e il calcio! A Napoli, “si muore a Roma” per il calcio, si muore per una rapina di pochi euro, si segna il destino e la salute di un giovane per uno scooter, si muore per un cornicione caduto da un monumento di merda! Perché dico cosi?..perchè, come si dovrebbe chiamare un monumento che cade a pezzi? Insegnatemelo! Io non lo so! Un grande interprete della canzone classica napoletana (quest’ultima  nemmeno conosciuta dai giovani napoletani  se non per sentito dire da qualche loro  noioso genitore a volte saccentemente e presuntuosamente professatosi conoscitore della cultura napoletana) Mario Maglione, non ricordo se in una sua canzone (mi perdoni maestro) o non, cantava della “napoletaneità”!...ma cos’è Maestro, ma quando mai, ma dove? Beato Lei! Mia cara Napoli (si fa per dire), mi hai tolto anche questo sottile legame che mi teneva legato a te – la napoletaneità - nella speranza che sbagliassi io e non tu. Ma siamo stati in due a sbagliare. Tu a fare ed io a guardare. Tu a fare ed io a non permetterti di farlo. Tu a fare ed io ad aiutarti a disfare. Perché anche io ho comprato le sigaretta di contrabbando, anche io ho comprato i cd pezzottati, anche io ho viaggiato in autobus senza biglietto, anche io ho riso quando i turisti compravano “il paccotto”. E per tutto questo, ed anche da parte tua, che chiedo scusa all’Italia, agli Italiani e stasera, al piccolo Salvatore Giordano, ai suoi cari. Ed è per tutto questo, che NON MI SENTO PER NIENTE ORGOGLIOSO DI ESSERE NAPOLETANO!