Basta! Sono stanco di
questa città, di quello che toglie ogni giorno, di tutto quello che ci ha
privato e priva ogni giorno ai nostri figli. Napoli, In due settimane, hai
divorato la vita ed il futuro di tre tuoi figli, apparendo per quella che sei
in realtà, una matrigna.. Basta Napoli, mi hai scocciato. Sono stufo di
difenderti per tutto il male che fai da secoli a chi ha avuto la sfortuna di
nascere qui. Sono stanco di giustificarti, di mostrarti e raccontarti per
quella che non sei, un mondo di cartolina e di gente simpatica, di aria
profumata e di sole gaudioso. La verità è che puzzi di fogna, sei polverosa,
sporca, trasandata, stracciata, perennemente in vendita a basso prezzo al pari
di una vecchia prostituta. Non hai mai dato niente..anzi, hai sempre tolto, hai
sempre strappato ed hai dato sempre la colpa agli altri dei tuoi mali, dei tuoi
graffi e di quelle che oggi sono le tue putride ferite che oscenamente continui
a leccarti raccontandoti e raccontando in giro che nessuno ti cura, nessuno ti
guarisce. Tu hai avvelenato la tua terra. Tu hai avvelenato i tuoi fiumi,
rovinato le tue coste, violentato il territorio…tu ammazzi e fai ammazzare…tu,
tu e tu. E noi, quelli per bene…che
colpa abbiamo?..che colpa?...perchè sorridevamo quasi compiaciuti quando
qualche illuso turista subiva “il paccotto”; perché sorridevamo quasi commossi
alle bancarelle di sigarette di contrabbando, di cd, borse, scarpe, maglie e
quant’altro “appezzottato”? Perché
sorridevamo quando tutti sapevamo che ad appena 100-150 km piu’ a nord e forse
anche piu’ a sud, il paccotto non si chiamava così, ma si chiamava “truffa”,
che le sigarette di contrabbando le controllava la criminalità organizzata
nazionale ed internazionale facendo viaggiare nelle casse anche le armi per la
camorra e per la S.C.U. pugliese?...perchè compravamo e regalavamo cd, borse,
scarpe, maglie e quant’altro “appezzottato” sapendo che le controllava la
camorra e che accettavamo che milioni di euro sfuggissero alle tasse
impoverendo il mercato legale? Perché non pagavamo il biglietto sull’autobus e
a Milano o a Roma invece si? Perché ci siamo risi e derisi addosso per tutto
questo tempo? Perché abbiamo accettato che il nostro dialetto venisse giorno
per giorno mortificato e sporcato da un’incidenza nasale disgustosa piena di
“frà, frat a mmè, è muri’ tu…? E l’arte? La musica? Le canzoni? Una neomelodia
che fa mettere vergogna chiunque abbia un po’ di senso del ritornello con testi
che esaltano il degrado, l’ignoranza, la galera, la camorra, indicando nella
miseria la causa di tutto? Ma quale miseria? Hai sempre pianto che eri misera,
povera, cullandoti nella certezza dell’assistenza, degli aiuti. Ma quella che
ti arrivava non erano aiuti o assistenza: era carità perché sei stata sempre
pezzente. Il lavoro?..non c’è…la disoccupazione….perchè?..gli altri lo avevano?
Gli altri hanno cercato e trovato spunti, idee, creatività..tu no…sempre calma,
paciona, pigra….”domani è un altro giorno”. E i giorni sono passati
trascorrendo uno ad uno in maniera ciclica come la goccia di un rubinetto che
perde! La tua dignità mediocre ed inutile, la esterni solo su uno stadio.
Vaffanculo tu e il calcio! A Napoli, “si muore a Roma” per il calcio, si muore
per una rapina di pochi euro, si segna il destino e la salute di un giovane per
uno scooter, si muore per un cornicione caduto da un monumento di merda! Perché
dico cosi?..perchè, come si dovrebbe chiamare un monumento che cade a pezzi?
Insegnatemelo! Io non lo so! Un grande interprete della canzone classica
napoletana (quest’ultima nemmeno
conosciuta dai giovani napoletani se non
per sentito dire da qualche loro noioso
genitore a volte saccentemente e presuntuosamente professatosi conoscitore
della cultura napoletana) Mario Maglione, non ricordo se in una sua canzone (mi
perdoni maestro) o non, cantava della “napoletaneità”!...ma cos’è Maestro, ma
quando mai, ma dove? Beato Lei! Mia cara Napoli (si fa per dire), mi hai tolto
anche questo sottile legame che mi teneva legato a te – la napoletaneità - nella
speranza che sbagliassi io e non tu. Ma siamo stati in due a sbagliare. Tu a
fare ed io a guardare. Tu a fare ed io a non permetterti di farlo. Tu a fare ed
io ad aiutarti a disfare. Perché anche io ho comprato le sigaretta di
contrabbando, anche io ho comprato i cd pezzottati, anche io ho viaggiato in
autobus senza biglietto, anche io ho riso quando i turisti compravano “il
paccotto”. E per tutto questo, ed anche da parte tua, che chiedo scusa
all’Italia, agli Italiani e stasera, al piccolo Salvatore Giordano, ai suoi cari. Ed è per tutto questo, che NON MI SENTO PER NIENTE ORGOGLIOSO DI
ESSERE NAPOLETANO!
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