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domenica 31 ottobre 2010

Colonnello CAGNAZZO: CHI L'HA VISTO?


Dopo l’ennesima estate dei veleni, ricca di piccoli scandali che la stampa piu’ o meno vicino alle stanze dei bottoni, puntualmente propone all’opinione pubblica per farla distrarre dalle problematiche importanti che sconvolgono il nostro Paese; dopo averci ammorbato per mesi sulla casa di Montecarlo di TULLIANI in merito all’affaire FINI-AN, nella nostra realtà, si riusciva a tenere in sordina l’ennesimo scacco matto ai danni della società per bene. Il siluramento del Colonnello Fabio Cagnazzo, Comandante del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna, a seguito delle dichiarazioni di un pentito rese ad alcuni alti magistrati della DDA di Napoli, che indicherebbe l’Ufficiale dell’Arma, una pedina della criminalità organizzata, favoreggiatore dei camorristi e che piu’ ne ha piu’ ne metta.
Orbene.
Premesso che su fatti altrettanto importanti le istituzioni moralmente coinvolte nella vicenda, hanno espresso pubblicamente solidarietà verso il proprio ufficiale coinvolto, o meglio additato come essere coinvolto in una grave vicenda penale, nel caso Cagnazzo, ciò non sembra essersi verificato. Perché? E’ mai possibile che solo la società civile per bene, debba esprimere solidarietà ad un onesto servitore dello Stato? O forse perché solidarizzare istituzionalmente con Cagnazzo, nel suo stato attuale di ufficiale atipico, sbirro di frontiera e”guardia nfame” della provincia partenopea, crea prevedibili imbarazzi visto che di lui e dei suoi uomini, non si fa che parlarne solo bene? Se è vera questa riflessione, allora la cosa è grave. In un momento in cui:
- il Comandante dei ROS di Milano con i suoi Marescialli, viene condannato per associazione a delinquere finalizzato al traffico di sostanze stupefacenti;

- Il generale MORI torna alla ribalta per la vicenda circa le modalità e le attività che condussero all’arresto di Totò Riina

Tuttavia, nel primo caso, sembra che il Comando Generale dell’Arma abbia espresso solidarietà e “fiducia” per il Comandante dei ROS, mentre per Cagnazzo, non sembra si sia letto nulla a suo favore….Mori,..vabbè..che ne parliamo a fare….lui ha “solo” arrestato Totò Riina…Cagnazzo ha “soltanto” arrestato 180 latitanti.
La differenza di posizione, sebbene ci faccia piacere per il Comandante dei ROS di Milano, ci appare tuttavia, alquanto “strana” ed apre la porta a tutta una serie di dubbi che qui, per correttezza, non osiamo assolutamente esternare.
Un’estate dunque, quella dei Carabinieri di Castello di Cisterna, calda, afosa ma pregna di menzogne e di sete di verità…

Siamo a Novembre..e Cagnazzo…dov’è? A Foggia non c'è!

CHI L’HA VISTO?

domenica 10 ottobre 2010

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA SCRITTA DAL TENENTE COLONNELLO FABIO CAGNAZZO, NEL GIORNO DEL SUO TRASFERIMENTO "PUNITIVO" A FOGGIA:

"Dopo 7 anni, lascio tra qualche giorno il Comando del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna con grande amarezza, destinato d’autorità al Reparto Operativo di Foggia. Trasferimento giunto all’improvviso che non mi ha permesso di salutare, con il rispetto e l’affetto dovuto, le varie Autorità locali e gli amici veri (pochissimi).



Un particolare saluto ai Pubblici Ministeri che nel corso di questi anni sono stati per me maestri di vita prima di tutto e per la loro vicinanza ed il loro straordinario sostegno che hanno espresso nei confronti della mia persona e nei confronti degli uomini che ho avuto l’onore di comandare. Saluto con grande subordinazione e rispetto l’A.G. giudicante che svolge un ruolo importantissimo, un lavoro infaticabile che non sempre è noto agli addetti ai lavori e di straordinaria responsabilità.


Ai giornalisti napoletani un grazie di cuore, per la loro correttezza e competenza e ai ragazzi come li chiamo io “di strada” (operatori TV e fotografi) con i quali ho condiviso mille “avventure”, un abbraccio affettuoso per la loro professionalità.


Ai miei Uomini, con loro sono debitore per quello che mi hanno dato e i sacrifici che hanno dovuto sopportare per combattere le varie forme di criminalità e dare tranquillità alla brava gente, rinunciando spesso agli affetti dei loro cari.


Per quanto attiene alle accuse di collusione uscite sul corriere del mezzogiorno, posso affermare che quanto è ridicolo anche se è giusto che tutti dobbiamo essere sottoposti alla legge e agli accertamenti che la stessa impone ma non ammetto quando un giornale non verificando le notizie, crea danni collaterali gravi per vendere qualche copia in più e peraltro nei confronti di un uomo delle istituzioni che ha combattuto scevro da legami di sorta, in quanto i risultati parlano chiaro e che ad elencarli farei prima a scrivere la Storia della camorra.


Un uomo si può uccidere anche con le parole con le bugie e con le illazioni."