Quest’ennesima storia di violenza minorile, deve farci fermare a riflettere. Sara e Yara oltre ad essere le vittime di un orco, sono vittime anche del nostro ben pensare. Vittime dello sventolio esasperato della democrazia e della libertà, che va proprio a spezzare e a spazzare via, quella dei più deboli. Una vittima, per definizione, è debole…lo diventa anche se prima di diventarlo, non lo era. Diventa sempre vittima mai per sua scelta o perché ha creato le condizioni per diventarlo. Tutto è scritto, come dicevano gli antichi filosofi, e noi non siamo altro che poveri e passivi lettori di un romanzo che la casualità dei meccanismi della vita, scrive per noi. Sara aveva una famiglia, dei cugini, delle zie, degli zii…amici. Nemici, conoscenti, come tutti noi. Ma tra tutti questi, non aveva considerato che potesse celarsi un mostro…
Yara aveva una famiglia, dei cugini, delle zie, degli zii…amici. Nemici, conoscenti, come tutti noi. Ma tra tutti questi, non aveva considerato che potesse celarsi un mostro…
Di certo non pensavano di incontrarlo e di conoscerlo…di certo i loro cari non pensavano che le loro creature potessero incontrarlo e conoscerlo. Nessuna retorica….ci mancherebbe. Tanta pietà si: per Sara, per Yara e per i loro cari e, sembra assurdo o fuori luogo, anche per noi, non già guardoni delle disgrazie altrui, ma vittime perché diventate proprio a causa degli accadimenti. Non mi sono mai messo davanti alla televisione a seguire uno dei tanti servizi televisivi mandati in onda sulle tragedie di Avetrana e di ……. Ho sempre acceso la tv con una tensione emotiva altissima, da un senso di preoccupazione e di ansia talmente istintiva, che mi portava idealmente vicino alle due bambine e alle rispettive famiglie. A volte le parole degli esperti e dei giornalisti, echeggiavano nella mia testa, nel mio cervello senza che le stesse venissero percepite ed elaborate come pensieri o idee. Guardavo i miei figli, ed avevo paura per loro…di un mondo che ha toccato il fondo e che continua a nuotare nel mare delle contraddizioni, in nome della libertà e della democrazia. Che c’entra tutto questo con Sara e Yara? C’entra, c’entra. Intanto, una riflessione che non è assolutamente una critica, ma uno spunto di riflessione. Troppi i casi di scomparse e di allontanamento che si verificano nel nostro paese e che puntualmente rimangono irrisolti. Le nostre polizie e non per colpa loro, sembrano aver perso la giusta verve nell’affrontare le indagini per il rintraccio di chi scompare o chi viene sequestrato. Spesso l’epilogo è sempre lo stesso. Se si trova la persona scomparsa (il più delle volte un minore – un bambino per la precisione - ) la si trova ormai morta e grazie alla collaborazione del responsabile. Ciò secondo me, perché se da un lato l’Italia ha ormai da tempo superato il buio periodo di paura messo su dall’anonima sequestri degli anni 70-80, dall’altro forse, non è stata più addestrata adeguatamente nel settore dei sequestri, confidando la risoluzione di quelli che nel frattempo si presentavano, nelle attività di indagini scientifiche. Questa non è voler comunque attribuire una responsabilità. E’ una semplice riflessione che chiede di essere smentita. Ci mancherebbe pure che la polizia giudiziaria abbia la responsabilità morale della morte o del mancato ritrovamento delle persone che spariscono. E’ legittimo cercare di capire, quanto fa lo stato per addestrare i propri poliziotti per far si che gli stessi, non brancolino nel buio come spesso accade in circostanze del genere.
Altro punto di riflessione, si rivolge proprio agli ultimoi accadimenti, quelli che riguardano la piccola Yara. Le indagini scientifiche sul corpicino Yara, hanno accertato ed isolato il DNA e le impronte di due persone. Ma se queste due persone non sono state mai foto segnalate da polizia e carabinieri, la banca dati a loro diposizioni, non potrà fornire alcun riscontro, alcun abbinamento per risalire all’identità delle due persone. Peggio per il DNA. Questo dovrebbe essere comparato successivamente all’identificazione di coloro a cui appartengono le impronte, per cui anche questa traccia importante, diventerebbe un triste allegato del fascicolo processuale.
MA PERCHÉ ALLORA, NON SI HA IL CORAGGIO DI PROPORRE ED ISTITUIRE UNA BANCA DATI DELLE IMPRONTE DIGITALI E DEL DNA DI TUTTI I CITTADINI ITALIANI E STRANIERI RESIDENTE SUL TERRITORIO ITALIANO?
Ho un forte senso della democrazia e del rispetto umano.
Sono tollerante.
Non sono razzista e per questo:
Non ho paura di essere intercettato.
Non avrei alcun timore o remore ad essere foto segnalato.
Farei estrapolare, anche SUBITO IL MIO DNA.
Io credo che, se dovesse accadere a me una cosa simile a quella che è accaduta ai genitori di Sara o di Yara, darei solo spazio all’istinto che deriva dall’amore di essere padre.
L’amore per i figli non è un sentimento altruista. La paternità e la maternità sono inseriti in un istinto primordiale che puo’ manifestarsi nei modi più animaleschi e crudeli. Anche la violenza, in un contesto del genere, potrebbe essere definito un gesto d’amore…un legittimo gesto d’amore!
in un contesto del genere si deve procedere
RispondiEliminain tutte le direzioni senza permesso
cercate questo dna incastratelo e castratelo