Ovviamente, tra le cose da rinnovare nelle città e nei paesi d’Italia, quello della toponomastica è certamente l’ultimo problema da affrontare, tuttavia, dopo l’attribuzione a Pino Daniele di una via di Napoli, una riflessione deve essere obbligatoriamente fatta. Il novecento, da meno di venti anni archiviato, per tutti gli avvenimento che lo hanno caratterizzato, ha messo in evidenzia decine se non centinaia di personaggi che a vario titolo, hanno dato lustro alla propria città o all’Italia stessa. E’ ovvio che certamente poter attribuire ad essi una via o una piazza, non è cosa facile se a questo va da considerare che le strade, le piazze e le vie, sono ormai vincolate da un’urbanistica ben definita e di rara espansione territoriale se non in località dove ancora tanto c’è da investire nell’edilizia e nell’espansione in genere. Allora, a mio modesto parere, questa esigenza di carattere soprattutto culturale, puo’ essere semplicemente soddisfatta, anche attraverso una mera sintesi storico-politica. Ovvero: che senso ha – ancora oggi – vedere delle strade, dei corsi, delle piazze, dedicate ai nomi dell’ormai archiviata ed ingrata monarchia? Perché ancora percorriamo in tutta Italia, migliaia di “Corso Vittorio Emanuele”, Via Amedeo di Aosta, Viale Regina Margherita ecc…?
In italia, la monarchia è o non è stata delegittimata quasi un secolo fa dal popolo italiano grazie al suo desiderio di democrazia?. Allora, eliminiamo questi nomi dalle strade e dalle piazze italiane mantenendoli solo nei libri di storia perché è lì che devono essere giustamente indicati e tramandati – nel bene e nel male – e rimuoviamo quelle scritte ormai inappropriate, sostituendole con i nomi delle tante eccellenze che nel secolo scorso fino ad oggi, hanno dato lustro alle nostre città. Ma è solo un'idea...
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